Attaccamento e relazioni: una strana situazione
Se tutti ci facessimo qualche domanda sul nostro stile di attaccamento sarebbe un mondo migliore?
Ti chiedi mai che influenza hanno avuto le tue relazioni passate, in particolare quelle della tua prima infanzia, sul resto della tua vita?
John Bowlby se lo chiedeva di continuo. Nato a Londra in una famiglia benestante, come molti bambini dell'alta società del tempo, fu accudito principalmente da tate e passò molto tempo lontano dai genitori. Sua madre, per giunta, credeva che dare troppo affetto ai figli li avrebbe “viziati”. Quando crebbe, Bowlby divenne un appassionato velista. Trovava nel mare una fonte di pace e meditazione, ma anche uno spazio per riflettere sui suoi lavori e le sue teorie. Già, perché oltre a essere un velista, John studiò medicina e psicologia al Trinity College di Cambridge e completò la sua formazione psicoanalitica sotto la supervisione di Melanie Klein, una delle figure più influenti nel campo della psicologia e della psicoanalisi, grazie al suo lavoro pionieristico nella psicoanalisi infantile.
Bowlby stesso divenne uno dei più importanti ricercatori del settore, noto soprattutto per aver sviluppato la teoria dell'attaccamento - in preziosa sinergia con Mary Ainsworth. Dopo la seconda guerra mondiale, svolse uno studio per l'Organizzazione Mondiale della Sanità, Maternal Care and Mental Health (1951), in cui descriveva gli effetti della deprivazione materna sullo sviluppo infantile, a cui seguì il lavoro sulla trilogia dell’attaccamento: Attachment (1969), sul legame emotivo tra il bambino e la figura di accudimento; Separation: Anxiety and Anger (1972), in cui analizza gli effetti della separazione dalla figura di attaccamento, esplorando le reazioni di ansia, rabbia e protesta del bambino; Loss: Sadness and Depression (1980), che esamina il lutto e la perdita, su come la separazione e la perdita influenzano lo sviluppo psicologico.
La teoria dell’attaccamento
Secondo la teoria dell’attaccamento, sin dalla prima infanzia sviluppiamo modelli mentali di come funzionano le relazioni, che si formano in base a come i nostri genitori hanno risposto ai nostri bisogni.
Esistono quattro principali stili di attaccamento: sicuro, insicuro ambivalente, insicuro evitante e disorganizzato.
Lo stile sicuro si sviluppa quando i bisogni fondamentali del bambino, come nutrimento, protezione, contatto fisico e rassicurazione, vengono generalmente soddisfatti. Il caregiver di riferimento è amorevole e accudente, ma non invadente. Il bambino è lasciato libero di sviluppare la propria autonomia. L’effetto principale di questo stile è che da adulto il bambino avrò la tendenza a percepire gli altri come affidabili e il mondo come un luogo sicuro. Questo favorisce l’esplorazione e una sana autostima.
Lo stile evitante è quello dei caregiver che rispondono in modo insufficiente ai bisogni emotivi del bambino, che tenderà così a vedere gli altri in modo negativo e se stesso in modo molto positivo, essendosi dovuto abituare a cavarsela da solo crederà infatti di poter contare solo su di sé. Da adulto avrà difficoltà a entrare in intimità e una tendenza a preferire legami superficiali o a vivere separatamente dal partner.
Lo stile ambivalente è quello che si forma in un contesto in cui i bisogni vengono soddisfatti in modo incostante. Il bambino vede il caregiver come inaffidabile, sviluppando ansia e un forte bisogno di ottenere attenzione e amore. Questo può portare a una tendenza a essere insicuri, gelosi e controllanti per paura dell’abbandono.
Lo stile disorganizzato, introdotto come apliamento alla teoria originale da Mary Main e Judith Solomon negli anni '80, si sviluppa in un ambiente caotico o traumatizzante, dove il genitore genera paura e angoscia. Si creano legami confusi e problematici, con difficoltà a stabilire relazioni sane e durature.
Strange Situation
La Strange Situation è un esperimento ideato da Mary Ainsworth negli anni '70 per studiare come i bambini piccoli (di solito intorno ai 12-18 mesi) reagiscono alla separazione e al ricongiungimento con la loro figura di accudimento principale, mettiamo caso: la madre. È considerato uno dei metodi più famosi per analizzare l'attaccamento.
La situazione prevede una stanza accogliente piena di giocattoli, in cui si realizzano otto momenti diversi
Ingresso (Bambino + Madre). La madre e il bambino entrano nella stanza con i giocattoli. L’obiettivo è osservare il comportamento esplorativo del bambino in presenza della madre.
Esplorazione (Bambino + Madre). La madre si siede senza intervenire mentre il bambino esplora. L’obiettivo è capire se il bambino usa la madre come "base sicura" per esplorare l'ambiente.
Ingresso dell'Estraneo (Bambino + Madre + Estraneo). Un estraneo entra, parla con la madre e poi cerca di interagire con il bambino. L’obiettivo è osservare la reazione del bambino a una nuova persona in presenza della madre e come il bambino si riferisca alla madre per capire come gestire l’estraneo.
Prima separazione (Bambino + Estraneo). La madre lascia la stanza, lasciando il bambino con l'estraneo. Qui si valuta l'ansia da separazione e il comportamento con l'estraneo del bambino da solo.
Primo ricongiungimento (Bambino + Madre). La madre ritorna e l'estraneo esce. Si osserva come il bambino reagisce al ritorno della madre (ricerca il conforto? La evita? Fa finta di niente? Ecc.).
Seconda separazione (Bambino solo). La madre lascia di nuovo la stanza, lasciando il bambino completamente solo. Si osserva la reazione del bambino in totale solitudine.
Estraneo ritorna (Bambino + Estraneo). L'estraneo rientra e cerca di interagire con il bambino. Si valuta il comportamento del bambino con una figura estranea in assenza della madre.
Secondo ricongiungimento (Bambino + Madre). La madre rientra e l'estraneo esce. Si osservano le modalità di ricongiungimento con la madre e l’efficacia della presenza materna in funzione calmante.
Queste otto fasi permettono di analizzare i diversi aspetti del comportamento del bambino: ansia da separazione, comportamento esplorativo, capacità di essere confortato, reazione alla presenza di un estraneo.
Le reazioni del bambino durante la separazione e il ricongiungimento, infatti, rivelano molto sul tipo di attaccamento che ha sviluppato:
Attaccamento sicuro: Il bambino può mostrare disagio quando la mamma se ne va, ma si calma facilmente al suo ritorno. È curioso e pronto a esplorare, sapendo che può contare su di lei.
Attaccamento insicuro-evitante: Il bambino sembra indifferente quando la mamma se ne va e ritorna, quasi come se non gli importasse. In realtà, potrebbe nascondere il suo disagio.
Attaccamento insicuro-ambivalente: Il bambino è molto agitato quando la mamma se ne va e fatica a calmarsi anche al suo ritorno, alternando ricerca di conforto e rifiuto.
Attaccamento disorganizzato (aggiunto successivamente): Il bambino mostra comportamenti confusi o contraddittori, come paura verso la mamma stessa. Questo è spesso associato a situazioni di stress o traumi.
La Strange Situation ci aiuta a capire quanto il bambino si sente sicuro e sostenuto nella relazione con chi si prende cura di lui. Studi e ricerche longitudinali, effettuate sullo stesso gruppo per lunghi periodi di tempo, hanno dimostrato che il tipo di attaccamento può influenzare il modo in cui il bambino affronterà le relazioni e lo stress da adulto.
Come gli stili di attaccamento influenzano la vita
Gli stili di attaccamento influenzano in modo significativo le relazioni, la vita con un partner, le amicizie, il ruolo genitoriale e la visione generale del mondo. Riprendo i profili già introdotti, sono meglio dell’oroscopo.
Le persone con un attaccamento sicuro tendono a vivere relazioni stabili e appaganti. Con il partner si mostrano aperte e comunicative, capaci di affrontare i conflitti senza mettere a rischio il rapporto. Nelle amicizie, stabiliscono legami di fiducia reciproca e offrono supporto senza aspettarsi nulla in cambio. Come genitori, sono presenti e sensibili, creando un ambiente sicuro che permette ai figli di esplorare il mondo con fiducia. La loro visione del mondo è generalmente positiva, credono nelle relazioni e nella possibilità di ricevere aiuto dagli altri.
Chi ha un attaccamento insicuro-evitante vive le relazioni in modo distante e spesso evita l'intimità per paura di essere ferito. Con il partner, può sembrare freddo o emotivamente non disponibile, preferendo mantenere una certa indipendenza. Le amicizie sono spesso superficiali, con difficoltà a condividere vulnerabilità o chiedere supporto. Come genitori, tendono a essere distaccati e a evitare situazioni emotive complesse con i figli, preferendo concentrarsi sugli aspetti pratici. La loro visione del mondo è caratterizzata da una forte autosufficienza e da una certa sfiducia negli altri, che vedono come potenzialmente inaffidabili.
Le persone con un attaccamento insicuro-ambivalente vivono relazioni intense ma instabili, caratterizzate da una continua richiesta di rassicurazioni. Con il partner, possono mostrare comportamenti possessivi o richiedere attenzioni costanti, temendo l'abbandono anche quando non c'è una reale minaccia. Nelle amicizie, oscillano tra eccessiva dipendenza e conflitti dovuti a una percezione di rifiuto. Come genitori, tendono a essere ansiosi e iperprotettivi, preoccupati di commettere errori o di non essere abbastanza presenti. La loro visione del mondo è influenzata da un senso di insicurezza, con un bisogno costante di conferme per sentirsi al sicuro.
Chi presenta un attaccamento disorganizzato affronta le relazioni con comportamenti contraddittori, spesso guidati dalla paura e dalla confusione. Con il partner, può alternare momenti di intensa vicinanza a improvvisi distacchi, mostrando difficoltà a gestire la propria emotività. Nelle amicizie, tende a evitare legami profondi per paura di essere ferito, o, al contrario, può cercare disperatamente connessioni senza riuscire a mantenerle. Come genitore, può mostrare comportamenti incoerenti, alternando disponibilità emotiva a momenti di ritiro o freddezza, rendendo difficile per i figli sentirsi sicuri. La loro visione del mondo è spesso negativa, percependo l'ambiente circostante come imprevedibile o minaccioso, con un senso di sfiducia generalizzato verso gli altri.
Cambiare il proprio stile di attaccamento
È importante ricordare che lo stile di attaccamento non si forma solo attraverso i genitori, ma anche con altre figure di riferimento. Possiamo sviluppare quindi stili differenti per diverse relazioni, anche se uno stile è generalmente predominante.
Il genitore che non offre un attaccamento sicuro al figlio non lo fa perché è cattivo, ma perché non sa come farlo, e non lo sa perché non lo ha appreso. Avere ereditato un modello di attaccamento insicuro, però, non ci rende spacciati o destinati a un percorso irreversibile e immutabile. L'attaccamento infatti è frutto dell'apprendimento e con l'apprendimento può essere modificato, sia attraverso legami sani con partner con uno stile sicuro, sia attraverso la psicoterapia.
Conoscere il proprio stile di attaccamento è un passo fondamentale per comprendere meglio se stessi e, se necessario o se lo si desidera, intraprendere un percorso di cambiamento.
Volevo diffondere il verbo sulla pagina ig di Passaggi! Come ti taggo Daria, dove ti trovo? Non vedo più il profilo🥲
È sempre bello leggere qualcosa che ti aiuta a trovare una motivazione per certe tue caratteristiche che non ti riesci a spiegare... Perché a volte no, non è "carattere" o "indole". Hanno di sicuro un peso, ma non sono il motivo di tutto, alla fin fine. Grazie di questo articolo