Negli anni sono giunta alla conclusione che essere "viaggiatore" è uno stato mentale, una scelta di come affrontare la vita. Per questo, alla fine, puoi essere benissimo un/a "viaggiatore" anche restando a casa. La meta del viaggio è assolutamente ininfluente. Grazie per questo bell'articolo!
Sono capitato su questa newsletter a caso. Non lo sapevo ancora ma era esattamente quella che stavo cercando! Temi e chiarezza espositiva da incorniciare. Grazie mille davvero! Per uno come me ossessionato dai motivi di viaggio delle persone, questi testi e questi riferimenti sono un balsamo!
Stavo scrollando come una matta alla ricerca di qualcosa di valore da leggere e l’ho trovato. I punti non li ho contati, lo scorpione non l’ho mangiato, ma non mi valuto e non valuto in base alla performance lavorativa. In fondo, secondo me, il successo è viversela, la vita.
Questo articolo è un piccolo tesoro per me: completa e arricchisce i miei pensieri sull'argomento, trovando spunti che nei miei ragionamenti non avevo colto e che hanno già cambiato l'esperienza stessa del mio viaggio. In particolare, il tuo approccio alla ricerca delle condizioni minime anziché della "Vera Te" coglie un punto profondo e cruciale della realtà di molti millennials. Penso che questo tema meriti di essere approfondito al di là del semplice storytelling del "mollo tutto" che si legge sui mille articoli dedicati ai nomadi digitali. Il modo in cui ne scrivi tu è prezioso.
Infine, mi sono fatto rubare un intero pacco di noccioline da due mocciosetti nell'Amazzonia ecuadoriana, ma attualmente ti scrivo da un coffee bar con wifi: quanti punti faccio?
Ma grazie a te per scrivere quello che scrivi, e sappi che mi sono segnata diversi spunti di riflessioni per cui non sarà l'ultima volta che ti cito :)
A proposito dello storytelling del "mollo tutto", senza dubbio è pieno di distorsioni atroci.
Stavo giusto leggendo questo post e i suoi commenti:
Non ti conoscevo ma ho letto questo numero e l'ho adorato (e divorato!). Gli insight dei vari personaggi sono fantastici (Georg Simmel mio padre) e il flusso del discorso ti risucchia. Mi hai fatto pensare a una vacanza fantastica che ho fatto qualche anno fa, che poi da vacanza si è trasformata in viaggio e ha trasformato anche me in un certo senso (alla fine ero diventato una specie di gipsy nomade). Contentissimo di questa scoperta!
Ma niente di speciale, è stata una semplice vacanza in Sicilia fatta fondamentalmente on the road, girando senza meta e senza prenotare niente. Mi ricordo che all'inizio tutto mi risultava difficile, specialmente adattarmi a varie situazioni per me nuove (montare la tenda, pulire i panni dove e come capitava, lavarsi in giro quando c'era l'occasione), ma che poi, dopo un paio di settimane ero praticamente diventato un gispy del deserto, montavo la tenda e accendevo il fuoco in 5 secondi, utilizzavo max due capi di vestiario, dormivo dove capitava. E ho avvertito proprio questo che scrivi qui, avevo totalmente abbandonato la posa e la maschera di tutti i giorni. Non so se ora riuscirei a farlo sinceramente!
Intanto grazie per la citazione 😊 e complimenti davvero... che bello questo numero della tua newsletter! In tanti passaggi mi sono accorto di come annuivo mentre leggevo 😄
Io e te proprio allineate, sono felice di aver aperto un dibattito sul “viaggiatore vero”. Tra l’altro mi è piaciuto molto il passaggio dove parli del lavoro, non è più un valore quanto performi
1) già mi piaceva leggerti ma Georg Simmel! 💙 lo straniero! Lo spazio liminale! Lo adoro. Soprattutto credo che mi aiuti da sempre a vivere in maniera intelligente la mia condizione di straniera setuale. Che gioia! E pure Lévi Strauss 💚
2) sull'apertura mentale del viaggiare: "Viagiar descànta ma se ti parti mona te torni mona." #jesuiscortomaltese
3) in aggiunta agli autori che hai citato, io dico SEMPRE a tuttə di leggere Orientalismo di Edward Said, per essere in grado di accorgerci di quando, al netto dei km percorsi, non stiamo DAVVERO vedendo quel che abbiamo davanti. Stiamo proiettandoci sopra secoli di suggestioni occidentali sull'"Oriente" (che poi cos'è sto Oriente?) io l'ho letto all'università e mi ha cambiato la vita.
Ps, quanti punti sono per chi viaggia senza andare da McDonalds però cammina per vicoli stranieri indossando la maglietta di Gallorini cioè quindi quanti punti per me?
Negli anni sono giunta alla conclusione che essere "viaggiatore" è uno stato mentale, una scelta di come affrontare la vita. Per questo, alla fine, puoi essere benissimo un/a "viaggiatore" anche restando a casa. La meta del viaggio è assolutamente ininfluente. Grazie per questo bell'articolo!
Sono capitato su questa newsletter a caso. Non lo sapevo ancora ma era esattamente quella che stavo cercando! Temi e chiarezza espositiva da incorniciare. Grazie mille davvero! Per uno come me ossessionato dai motivi di viaggio delle persone, questi testi e questi riferimenti sono un balsamo!
Grazie mille Nicola, mi fa molto piacere leggere le tue parole! Benvenuto :) Un saluto da Tokyo 🇯🇵
Adoro questo scritto. Adoro ritrovare vecchi riferimenti sociologici pensando al futuro. 👏🏻👏🏻👏🏻
Ciao Donald grazie del commento! io avendo una formazione in filosofia tendo sempre a tornare alle vecchie basi 🙏🏼
Stavo scrollando come una matta alla ricerca di qualcosa di valore da leggere e l’ho trovato. I punti non li ho contati, lo scorpione non l’ho mangiato, ma non mi valuto e non valuto in base alla performance lavorativa. In fondo, secondo me, il successo è viversela, la vita.
Grazie Alessandra! Sono molto d’accordo con te, non dobbiamo dimostrare niente, al massimo capire chi siamo / che cosa vogliamo veramente <3
Grazie di cuore per avermi citato 🫶
Questo articolo è un piccolo tesoro per me: completa e arricchisce i miei pensieri sull'argomento, trovando spunti che nei miei ragionamenti non avevo colto e che hanno già cambiato l'esperienza stessa del mio viaggio. In particolare, il tuo approccio alla ricerca delle condizioni minime anziché della "Vera Te" coglie un punto profondo e cruciale della realtà di molti millennials. Penso che questo tema meriti di essere approfondito al di là del semplice storytelling del "mollo tutto" che si legge sui mille articoli dedicati ai nomadi digitali. Il modo in cui ne scrivi tu è prezioso.
Infine, mi sono fatto rubare un intero pacco di noccioline da due mocciosetti nell'Amazzonia ecuadoriana, ma attualmente ti scrivo da un coffee bar con wifi: quanti punti faccio?
Allora parliamo di queste noccioline: erano American Uncle o le hai raccolte con le tue nude mani?!?! 😝🤍
Ma grazie a te per scrivere quello che scrivi, e sappi che mi sono segnata diversi spunti di riflessioni per cui non sarà l'ultima volta che ti cito :)
A proposito dello storytelling del "mollo tutto", senza dubbio è pieno di distorsioni atroci.
Stavo giusto leggendo questo post e i suoi commenti:
https://www.instagram.com/p/C4phQNatm3U/?igsh=MTg5YnBwNTNxNmJqZg%3D%3D
Aiuuutooooo
Non ti conoscevo ma ho letto questo numero e l'ho adorato (e divorato!). Gli insight dei vari personaggi sono fantastici (Georg Simmel mio padre) e il flusso del discorso ti risucchia. Mi hai fatto pensare a una vacanza fantastica che ho fatto qualche anno fa, che poi da vacanza si è trasformata in viaggio e ha trasformato anche me in un certo senso (alla fine ero diventato una specie di gipsy nomade). Contentissimo di questa scoperta!
Ciao Davide! Grazie mille per la lettura e per il commento, mi fa molto piacere... Adesso però dovresti raccontare di questa vacanza! 🤓 👂
Ma niente di speciale, è stata una semplice vacanza in Sicilia fatta fondamentalmente on the road, girando senza meta e senza prenotare niente. Mi ricordo che all'inizio tutto mi risultava difficile, specialmente adattarmi a varie situazioni per me nuove (montare la tenda, pulire i panni dove e come capitava, lavarsi in giro quando c'era l'occasione), ma che poi, dopo un paio di settimane ero praticamente diventato un gispy del deserto, montavo la tenda e accendevo il fuoco in 5 secondi, utilizzavo max due capi di vestiario, dormivo dove capitava. E ho avvertito proprio questo che scrivi qui, avevo totalmente abbandonato la posa e la maschera di tutti i giorni. Non so se ora riuscirei a farlo sinceramente!
Che bello quando stupiamo noi stessi!
Intanto grazie per la citazione 😊 e complimenti davvero... che bello questo numero della tua newsletter! In tanti passaggi mi sono accorto di come annuivo mentre leggevo 😄
Ne sono molto felice 🤩🙏🏼
Io e te proprio allineate, sono felice di aver aperto un dibattito sul “viaggiatore vero”. Tra l’altro mi è piaciuto molto il passaggio dove parli del lavoro, non è più un valore quanto performi
Un giorno ci incontreremo per uno spritz a Tulum dopo una sessione di yoga detox 😂❤️🫂
Non possiamo andare a Tulum, troppo turistico 😂
Straniera seriale, volevo dire. Dito a banana, scusa 😂
1) già mi piaceva leggerti ma Georg Simmel! 💙 lo straniero! Lo spazio liminale! Lo adoro. Soprattutto credo che mi aiuti da sempre a vivere in maniera intelligente la mia condizione di straniera setuale. Che gioia! E pure Lévi Strauss 💚
2) sull'apertura mentale del viaggiare: "Viagiar descànta ma se ti parti mona te torni mona." #jesuiscortomaltese
3) in aggiunta agli autori che hai citato, io dico SEMPRE a tuttə di leggere Orientalismo di Edward Said, per essere in grado di accorgerci di quando, al netto dei km percorsi, non stiamo DAVVERO vedendo quel che abbiamo davanti. Stiamo proiettandoci sopra secoli di suggestioni occidentali sull'"Oriente" (che poi cos'è sto Oriente?) io l'ho letto all'università e mi ha cambiato la vita.
Grazie di questo numero! Bello
Said e Krishnamurti allineati 😎😁❤️
Che schifo lo SPAFARI
Ps, quanti punti sono per chi viaggia senza andare da McDonalds però cammina per vicoli stranieri indossando la maglietta di Gallorini cioè quindi quanti punti per me?
TILT