Hello from the other side!
Come stai? Non è una domanda retorica, te lo chiedo per ricordarti che se ti va puoi rispondermi, qualsiasi cosa tu voglia dirmi.
Io sto iniziando a riprendermi dallo shock da rientro. Forse. In questo momento scrivo da Camatta, frazione di Pavullo nel Frignano, provincia di Modena. Nel 2024, risultano registrati 59 residenti.
Il Frignano è di fatto l’Appennino modenese. Io ci ho vissuto fino ai 18 anni - poi sì, ammettiamolo: sono scappata a gambe levate. Cito da Wikipedia:
Confina con la provincia di Reggio Emilia a ovest, con la città metropolitana di Bologna a est, a sud con le province di Lucca e Pistoia, mentre a nord con il resto della provincia di Modena.
Il territorio del Frignano è particolarmente interessante dal punto di vista naturalistico e paesaggistico ed è preservato da un basso livello di antropizzazione e bassa densità di popolazione. Inoltre, non è attraversato da autostrade o ferrovie e gli insediamenti industriali sono limitati ad alcune zone della fascia basso appenninica.
Estesi boschi di faggio ricoprono le montagne tra quota 900-1000 m fino ai 1700-1800 m, raramente intervallati da rimboschimenti di conifere. Lungo i numerosi corsi d'acqua i faggi lasciano il posto a salici, pioppi e ontani e fra la vegetazione erbacea risaltano le enormi foglie cuoriformi dei farfaracci. I castagneti sono solitamente localizzati vicino ai centri abitati, a testimonianza dell'importanza che questa risorsa aveva un tempo per l'economia locale. Nelle aree meno pendenti i boschi lasciano il posto a prati e pascoli sfruttati per l'allevamento e ricchi di fioriture. Ad alta quota il paesaggio si apre su vaste praterie e brughiere a mirtillo interrotte solo dalla roccia affiorante (…) Viene denominata del Frignano una comunità montana modenese dove si riconosce, per costumi, tradizioni e consuetudini, un'omogeneità culturale che ha antiche radici.
L’omogeneità culturale: boschi, tortellini e crescentine. Detta così non si capisce perché sono scappata. O sì?
La star numero uno del Frignano è il monte Cimone, 2.165 metri sul livello del mare (…e molto al di sopra di tutte le cose umane, direbbe Nietzsche). In vetta c’è una cappella dedicata alla Madonna delle nevi, tuttora venerata con una processione e con la celebrazione di una messa il 5 agosto di ogni anno. Da piccola ci andavo sempre. Una delle località sciistiche più famose della zona è Sestola, dove è nata mia madre, ma ci sono impianti di risalita anche a Fanano e Montecreto.
Il valore della neve qui è inestimabile, per l’indotto turistico ed economico che storicamente ha sempre avuto, ma anche per l’importanza della ciclicità della natura nella vita delle persone. Negli ultimi anni, diversi cambiamenti, climatici e sociali, hanno avuto degli effetti possiamo dire drammatici per questi luoghi, ma siamo pur sempre in Emilia, una regione ricca con una forte e antica tradizione radicata nell’agricoltura, da cui è nata quella dei motori. Qui hanno sede importanti industrie alimentari, centri di produzione del Parmigiano Reggiano e della lavorazione del maiale. Modena può essere considerata la capitale mondiale dell'automobilismo sportivo - non so se ti è capito di sentirlo dire: Ferrari, Maserati, cosine così.
È anche il centro di un importantissimo distretto ceramico. Nella zona, infatti, scorrono ben due fiumi, il Secchia e il Panaro, grazie ai quali storicamente c’è sempre stata abbondanza di argille di alta qualità. Già nel periodo romano, erano presenti produzioni di laterizi (mattoni) e ceramiche d'uso comune. Durante Medioevo e Rinascimento si svilupparono lavorazioni artigianali di ceramiche smaltate e maioliche. In epoca industriale, innovazioni tecnologiche nella lavorazione delle argille e nel design, oltre alla costruzione di un'infrastruttura logistica efficiente, hanno progressivamente reso il territorio uno dei più prestigiosi al mondo.
Per me è strano parlare così del posto dove sono nata, ma è uno dei doni che mi ha lasciato il 2024: percepire ogni luogo con la prospettiva della viaggiatrice. Esattamente di questo parla
, autrice della newsletter , che vive e lavora viaggiando e ora si trova in un borgo ligure, fuori dai circuiti turistici:Mi rendo conto che percepisco e abito questo borgo con la prospettiva della viaggiatrice. In una mia personale geografia, Pitelli è gemellato ad altri paesi e villaggi sconosciuti e remoti in cui ho avuto la ventura di transitare in giro per il mondo, da Uchiko, sud Giappone, a Pak Beng, Laos. (…) Bisogna saperci stare in questi posti. Ti deve piacere la solitudine e non ti deve importare molto della vita mondana, perché qui non c’è niente e in inverno alle 5 è già notte. Io lavoro e cammino, e lo stesso il mio compagno. Non abbiamo mezzi, solo piedi e autobus. Ogni giorno scopriamo un sentiero, una viuzza, un borgo nei dintorni. Sono tornata alle Cinque Terre: in un giorno feriale di fine novembre Riomaggiore è un paradiso. Ormai bisogna andare controcorrente per conoscere il mondo, scansando l’inferno del sovraturismo estivo in ogni dove, dalla Liguria all’Indonesia.
A me la solitudine piace tantissimo, pure troppo. L’inverno, con il freddo e il buio della montagna, a cui non ero più abituata, concilia il letargo. Ma va bene così, tornare qui mi ha permesso di non interrompere il rapporto diretto con la natura, che in Asia ho riscoperto e che ora non sarebbe semplice interrompere di nuovo. Vivere in una casa con il camino e tanta luce, che entra dalle finestre affacciate sul verde, non è affatto banale. Qui riesco a studiare come in pochi altri posti al mondo.
Ma che cos’è esattamente questa prospettiva del viaggiatore? Che cos’è che cambia nel modo in cui guardi le cose, una volta che sei passato attraverso un certo tipo di scelta e di stile di vita? Come cambia quello che sei dopo? Il ritorno è necessario o impossibile? Sono tanti elementi che si intersecano in modo diverso per ciascuno di noi, a volte anche in contraddizione tra loro.
La promessa di questa newsletter, a fine 2024, è stata quella di raccontarti che cosa succede quando decidi di dare le dimissioni e partire. La manterrò ancora cercando di raccontare come sta continuando a cambiare la mia vita dopo la partenza, perché per me quel dopo è appena cominciato.
Non si è trattato di una parentesi, ma di un risveglio da cui non si torna indietro, a prescindere dal rientro geografico. Per questo si chiama Kundalini Beat. “Risveglio” non significa sempre un’improvvisa rivelazione, anche se i fuochi d’artificio non sono mancati. Per me è stato più un lento, inesorabile, irreversibile riorientarsi, che potrei far risalire alla notte dell’8 marzo 2020, ma anche molto più indietro, giù giù chissà fino a dove. Questo riorientamento è un volgere lo sguardo dentro se stessi che mi piace condividere, non solo perché scrivere per me è uno strumento di introspezione e di riordino mentale imprescindibile, ma anche perché spero che possa aiutare anche qualcun altro a mettersi a fuoco meglio, ad ascoltarsi di più.
La parte più personale e biografica di questa ricerca si intreccerà come sempre a una serie di provocazioni culturali, esperimenti mentali, o - perché no? - esercizi spirituali, che hanno una precisa intenzione: l’integrazione. Quella tra le parti di me che finora ho tenuto separate, ma anche quella tra l’approccio alla vita che ho sperimentato in Asia e il grande potere del pensiero Occidentale.
Continuerà anche il racconto di viaggio: la scelta che abbiamo fatto io e Fabio non è del tutto stanziale, anzi. Il privilegio di avere un posto dove “fare base” ci solleva da una serie di questioni pratiche rispetto al 2024, ma anche il 2025 sarà all’insegna di un certo tipo di nomadismo, ritagliato su misura dei nostri bisogni e desideri.
Insomma, non solo non finisce qui, si riparte proprio. Un ottimo momento per iscriversi, se non l’hai già fatto!
Regalino di fine anno
Per ringraziare i lettori di Kundalini Beat di questo anno trascorso insieme, vorrei regalare a chi è interessato un mini corso di introduzione allo yoga kundalini, online e on demand. È stato registrato a Bali (lacrimuccia) e te ne lascio un assaggino qui sotto. Per riceverlo, ti basta rispondermi a questa email 🙏🏻
Due ringraziamenti speciali
Un grazie speciale a
che mi ha ospitato nella sua newsletter , “On the Road come approccio alla vita e Parole come strumenti di lavoro e comprensione del mondo che ci circonda”. Spoiler: ho la R moscia.Un grazie speciale anche a
, esperta di benessere olistico e autrice della newsletter , che mi ha ospitato nella sua rubrica su Donna Moderna.
Non ho nemmeno ancora letto ma condivido il commento tecnico dell'Omino del Cervello: UELLA! È TORNATA DARIA! Oh, bene! Mancavi 💙
Che bello rileggerti! Bella anche la descrizione del tuo Appenino, sembra il posto perfetto dove fare un piccolo recap prima di ripartire verso nuove avventure.