Ho fatto una ricerca copyright su Google image, consiglio di farla anche a te perché quella immagine è ovunque e sembra proprio libera da diritti… detto ciò massima disponibilità a risolvere la cosa come meglio credi, ce ne sono altre centomila che conservano lo schema standard dell’esperimento originale semplicemente con altri colori quindi per me non è un problema cambiarla! https://www.shutterstock.com/it/search/ebbinghaus
Ciao Nicoletta! Aiuto! Ma come? Io l’ho presa dal corso che ho citato nel testo, ovvero dalle slides di Laurie Santos, e non mi sembrava proprio fossero citate altre fonti per l’immagine ma controllo subito! Se hai i diritti grazie per la segnalazione, dimmi tu se vuoi che la tolga o quale fonte esatta inserire, scrivimi pure in privato
Grazie per questa bellissima riflessione. Sono pensieri che mi girano nella mente da tempo e leggendo la tua newsletter ho trovato tante parole e l'immagine (quella dei due cerchi arancioni che ora ho messo come foto profilo di wa) per esprimerli al meglio. Grazie :)
Molto interessante! Ho una domanda: trovate veramente che nella vita quotidiana oggi le persone misurino la propria felicità su queste 'metriche'?
Forse sono molto condizionata dalle mie visioni personali (non ho mai ricercato la mia felicità nella carriera, in un'idea di ricchezza estrema o nel possedere cose materiali lussuose), però mi sembra che in fondo le persone siano felici o meno quando hanno o non hanno altre cose: una sicurezza materiale di base (in cui si riescono a permettere con tranquillità cose come una casa, spesa e qualche sfizio personale), una serie di persone che gli vogliono bene, una relazione che funziona, la salute.
Ci pensavo proprio ieri quando ero a questo corso di meditazione. La persona che guidava la meditazione ci invitava a non lasciarci prendere dal desiderio di eccessive cose materiali, perché non ci daranno davvero la felicità. Essendo d'accordo senza nemmeno troppo pensarci mi sono chiesta: ma siamo sicuri che davvero questi siano i nostri 'desideri' oggi? Nella società italiana quantomeno. Forse vivo in una bolla per cui non lo vedo, ma io trovo che i nostri desideri oggi abbiano superato quella spinta iper-consumistica dei primi anni 2000 e siano per la maggior parte molto più 'profondi': sentirsi al sicuro (economicamente, salute, eventi globali ecc), amare ed essere amati, fare una vita in linea coi propri valori. Cosa ne pensi?
Grazie per questa riflessione, davvero lucida e necessaria.
Hai ragione: non tutti oggi inseguono attivamente status, lusso o carriera come misure di felicità, e ci sono bolle culturali — sempre più visibili — in cui i desideri si orientano verso qualcosa di più profondo: sicurezza, relazioni, autenticità, coerenza con i propri valori.
Ma quello che osserviamo (e che la psicologia ci aiuta a misurare) è che le “vecchie metriche” non sono sparite: sono diventate più sottili.
Non si presentano più come desideri dichiarati, ma come confronto implicito:
anche senza volere “di più”, molti di noi vivono con la sensazione di essere “in difetto” rispetto a uno standard.
E questo è un effetto culturale ancora molto attivo, spesso rinforzato dai social, dall’incertezza economica, da modelli di successo visivo e immediato.
Spero davvero che le cose stiano cambiando, ma se da un altro bisogna riconoscere la propria bolla come tale, dall’altra non bisogna confondere trend e contro trend ecco.
Ciao, Adriana. Mi inserisco in questa bella riflessione portando l'esperienza della mia "stanza di terapia" come psicologa: nelle parole che ho appena letto, ho ritrovato davvero tante esperienze vissute e percepite delle persone che seguo. Ammetto che più l'età si abbassa, meno si riscontrano queste dinamiche (alla faccia di chi critica le nuove generazioni). Tuttavia, tutto ciò - anche a livello meno conscio - credo che risuoni ancora pesantemente nella vita di tutti noi. 😊
Grazie mille per questa esperienza 'professionale', ci permette di uscire un po' dalla singola esperienza personale! In un certo senso, sono contenta che sia così. Poi sicuramente quei condizionamenti non saranno spariti del tutto dal nostro sistema, magari saltano fuori in certi momenti della vita in cui ci sentiamo un po' indietro o disallineati rispetto a ciò che vorremmo.
Per fare un esempio, magari posso sentirmi per qualche momento a disagio se vedo su Linkedin che i miei vecchi compagni di classe sono manager in aziende importanti, ma poi ci penso su un secondo, mi chiedo se davvero vorrei essere al loro posto, mi rispondo 'no' e quella sensazione sparisce subito. La verità non è che vorrei essere una manager in una multinazionale anch'io, è che vorrei essere a quel punto della mia vita dove ho una carriera allineata ai miei desideri. Una volta capito questo, l'emergenza rientra
Bè, direi che qui dentro c'è molto delle quattro nobili verità dei buddisti. :)
Ho apprezzato moltissimo questo articolo. Grazie ☺️
Grazie a te della lettura e del riscontro :)
L’immagine che riporti è tratta dal mio libro Mindfulness ed emozioni. È coperta da copyright e sarebbe giusto dirlo!
Ho fatto una ricerca copyright su Google image, consiglio di farla anche a te perché quella immagine è ovunque e sembra proprio libera da diritti… detto ciò massima disponibilità a risolvere la cosa come meglio credi, ce ne sono altre centomila che conservano lo schema standard dell’esperimento originale semplicemente con altri colori quindi per me non è un problema cambiarla! https://www.shutterstock.com/it/search/ebbinghaus
Ciao Nicoletta! Aiuto! Ma come? Io l’ho presa dal corso che ho citato nel testo, ovvero dalle slides di Laurie Santos, e non mi sembrava proprio fossero citate altre fonti per l’immagine ma controllo subito! Se hai i diritti grazie per la segnalazione, dimmi tu se vuoi che la tolga o quale fonte esatta inserire, scrivimi pure in privato
Bellissima analisi, grazie Daria!
Grazie
Grazie per questa bellissima riflessione. Sono pensieri che mi girano nella mente da tempo e leggendo la tua newsletter ho trovato tante parole e l'immagine (quella dei due cerchi arancioni che ora ho messo come foto profilo di wa) per esprimerli al meglio. Grazie :)
E' sempre bello leggerti <3
Ho fatto quel corso online nel 2020 ♥️ Che bella nl, grazie Daria
Molto interessante! Ho una domanda: trovate veramente che nella vita quotidiana oggi le persone misurino la propria felicità su queste 'metriche'?
Forse sono molto condizionata dalle mie visioni personali (non ho mai ricercato la mia felicità nella carriera, in un'idea di ricchezza estrema o nel possedere cose materiali lussuose), però mi sembra che in fondo le persone siano felici o meno quando hanno o non hanno altre cose: una sicurezza materiale di base (in cui si riescono a permettere con tranquillità cose come una casa, spesa e qualche sfizio personale), una serie di persone che gli vogliono bene, una relazione che funziona, la salute.
Ci pensavo proprio ieri quando ero a questo corso di meditazione. La persona che guidava la meditazione ci invitava a non lasciarci prendere dal desiderio di eccessive cose materiali, perché non ci daranno davvero la felicità. Essendo d'accordo senza nemmeno troppo pensarci mi sono chiesta: ma siamo sicuri che davvero questi siano i nostri 'desideri' oggi? Nella società italiana quantomeno. Forse vivo in una bolla per cui non lo vedo, ma io trovo che i nostri desideri oggi abbiano superato quella spinta iper-consumistica dei primi anni 2000 e siano per la maggior parte molto più 'profondi': sentirsi al sicuro (economicamente, salute, eventi globali ecc), amare ed essere amati, fare una vita in linea coi propri valori. Cosa ne pensi?
Grazie per questa riflessione, davvero lucida e necessaria.
Hai ragione: non tutti oggi inseguono attivamente status, lusso o carriera come misure di felicità, e ci sono bolle culturali — sempre più visibili — in cui i desideri si orientano verso qualcosa di più profondo: sicurezza, relazioni, autenticità, coerenza con i propri valori.
Ma quello che osserviamo (e che la psicologia ci aiuta a misurare) è che le “vecchie metriche” non sono sparite: sono diventate più sottili.
Non si presentano più come desideri dichiarati, ma come confronto implicito:
anche senza volere “di più”, molti di noi vivono con la sensazione di essere “in difetto” rispetto a uno standard.
E questo è un effetto culturale ancora molto attivo, spesso rinforzato dai social, dall’incertezza economica, da modelli di successo visivo e immediato.
Spero davvero che le cose stiano cambiando, ma se da un altro bisogna riconoscere la propria bolla come tale, dall’altra non bisogna confondere trend e contro trend ecco.
Spero di averti risposto!
Ciao, Adriana. Mi inserisco in questa bella riflessione portando l'esperienza della mia "stanza di terapia" come psicologa: nelle parole che ho appena letto, ho ritrovato davvero tante esperienze vissute e percepite delle persone che seguo. Ammetto che più l'età si abbassa, meno si riscontrano queste dinamiche (alla faccia di chi critica le nuove generazioni). Tuttavia, tutto ciò - anche a livello meno conscio - credo che risuoni ancora pesantemente nella vita di tutti noi. 😊
Grazie mille per questa esperienza 'professionale', ci permette di uscire un po' dalla singola esperienza personale! In un certo senso, sono contenta che sia così. Poi sicuramente quei condizionamenti non saranno spariti del tutto dal nostro sistema, magari saltano fuori in certi momenti della vita in cui ci sentiamo un po' indietro o disallineati rispetto a ciò che vorremmo.
Per fare un esempio, magari posso sentirmi per qualche momento a disagio se vedo su Linkedin che i miei vecchi compagni di classe sono manager in aziende importanti, ma poi ci penso su un secondo, mi chiedo se davvero vorrei essere al loro posto, mi rispondo 'no' e quella sensazione sparisce subito. La verità non è che vorrei essere una manager in una multinazionale anch'io, è che vorrei essere a quel punto della mia vita dove ho una carriera allineata ai miei desideri. Una volta capito questo, l'emergenza rientra