Grande maestro zen! Le dimensioni di una comunità hanno un impatto, ma più che il numero di persone sono le dinamiche che si innescano tra di loro a fare la differenza.
Mi hai riportato a Cadice, dove ho vissuto per qualche mese tra ottobre 2016 e febbraio 2017. Leggendo quelle poche righe mi hai riacceso ricordi e sensazioni, grazie! Sulla comune sono un po' così... non penso sia la scelta giusta per me, ma come sempre... non si sa mai 😄
“Tutte le città dove soffia il vento sono piene di matti” (parafrasando Gabriel Garcia Marquez).
A Cadice non ci sono mai stata, ma mi piacerebbe andarci per imbarcarmi per le Canarie. Tarifa l’ho visitata di recente, lo scorso maggio, prima di attraversare lo stretto per andare in Marocco. Carina, piccolina, quel giorno per nulla ventosa 😊
Cadice, a mio ricordo, ha anche un bellissimo Carnevale, con i carri pieni di gente e musica che girano per la città tra la folla con in mano un bicchiere di manzanilla.
Io, più o meno nel Paleozoico,ho passato del tempo in due comunità Hare Krishna in Ecuador nella selva, e in Colombia vicino alla costa del Caribe.
Non c'erano intenti di conversione, ma molta condivisione attraverso il lavoro e la convivenza.
Non mi era dispiaciuto.
Alcune cose mi erano piaciute tanto, anzi, ad esempio il non toccare o vedere banconote per molte settimane, la tranquillità della Selva, trovarmi ad apprezzare tantissimo sfrondare un sentiero lungo un fiume con un machete, da sola, cantando per tenere compagnia a me stessa. Detto questo, non so se vivrei così su lungo periodo... perché mi sa che sono troppo gatta, e troppo urbana.
Non ho mai fatto questo tipo di esperienza in Europa però, magari sarebbe meno estrema e più vivibile alla lunga. Chi lo sa.
Tu ci staresti sul lungo periodo?
Io a volte penso che dovrei tornare in quelle due comunità con l'età e la consapevolezza che ho adesso — all'epoca avevo meno di 30 anni — penso sarebbe molto diverso, sicuramente un altro modo di scandagliare cosa ho dentro :)
Nella specifica comune di Alimonte non ci starei, l'ho trovata un po' troppo hardcore dal punto di vista climatico, le tende in cui dormi ti espongono a un'escursione termica eccessiva e sono in un fase della vita in cui ho bisogno di una doccia privata. Però mi piacerebbe sperimentare soluzioni simili in altri contesti, credo possa essere un'esperienza intensa ma appagante, motivo per cui intanto mi segno i posti che hai citato, chissà magari un giorno ci si incontrerà lì :D
Grazie, bello. Come si sta a Cadice in inverno? è una meta a cui sto pensando per febbraio. Sono andata a vedere la comune... Interessante, hai voglia di condividere qualcosa in più? Che luogo è, come si sta, quanti sono ... camera comoda 😉
A Cadice in inverno secondo me si sta benissimo, il sole è caldo e l'aria è fresca. D'estate credo sia invivibile, scambiando qualche chiacchiera da bar, le persone che vivono lì mi hanno confermato che sfiorare i 50 gradi è diventata la normalità e il caldo è paralizzante, senza contare l'orda di turisti estivi. È bella vivace anche in inverno, ma vivibile.
Per quanto riguarda la comune, qualsiasi idea io mi sia fatta che provo a condividere è viziata dal particolare momento in cui l'ho visitata, e dal mio ruolo di passaggio, che è ben diverso da quello di chi si stabilisce lì.
L'impressione di essere a un festival che ho avuto nei giorni delle celebrazioni di fine anno è stata decisamente pervasiva: di fatto ero a un festival, con workshop, dj set, seminari sulle piante che curano, molte persone in visita, area piena di veicoli parcheggiati di persone che stavano transitando lì. Mi ha colpito vedere accostati i mezzi più improbabili: camper dell'anteguerra, biciclette super tecnologiche di persone che percorrono migliaia di chilometri su due ruote, addirittura c'era una Tesla.
Com'è la vita lì quando non ci sono eventi l'ho potuto inferire solo dai racconti di chi si è effettivamente stabilito, quindi sta lì da più di sei mesi. Non deve essere una vita semplice: vivono in tende di livello più o meno alto, quindi sono molto esposti ad escursione termica. Non ci sono quindi vere e proprio camere, e i bagni sono a compostaggio: si utilizzano materiali organici, come letame, segatura, trucioli di legno, foglie secche o altri materiali ricchi di carbonio, per assorbire gli escrementi umani e favorire il processo di compostaggio. Non per tutti, anche se devo dire che questo sistema riduce drasticamente gli odori rispetto ad altre tipologie di bagno all'aperto e prevengono la proliferazione di mosche o batteri patogeni, quindi sono comunque igienici.
D'estate è un caldo infernale, ma d'inverno è freddo, il sole sorge tardi, resta basso e ci si scalda poco. Bello ritrovarsi attorno al fuoco al tramonto, ma non è per tutti tutti i giorni.
Il cibo è elementare ma buono, ma per chi è ospite drammaticamente caro - i volontari lavorano in cambio di vitto e alloggio.
In breve, è stato interessante ma quel contesto specifico per me non sarebbe sostenibile su lunghi periodi.
Grazie moltissimo della risposta esaustiva... Ti ho fatto perdere un po' di tempo 🙂 Da quanto descrivi, non fa nemmeno per me, invece Cadice mi attrae molto, certamente in inverno e primavera, in estate sto pensando alla Groenlandia 😅
In un certo senso sì, me lo sono chiesta anche io, ma le due differenze, per le persone solitarie insormontabili differenze, sono che c’è molta più costanza nelle relazioni che instauri e che ci sono responsabilità condivise, non è quella fugace comunione di indipendenza che scalda l’atmosfera negli ostelli. Ma un po’ il mood è quello per ragioni di valori in cui si crede 🫶
Ahahah grazie mille per la cura, succede anche a me, grazie di avermelo detto così la tua vera opinione è rispettata, ma non ti preoccupare nessuna offesa <3
Io ti leggo con sincero interesse ma qui ho avuto come l'impressione di rileggere "L'indiano" dei Racconti Romani di Moravia. Io sono vecchio e molto limitato e non trovo fluida la lettura di un italiano spurio infarcito di termini "esotici" (posso dire cosi?). "Bolla di solitudine borghese" per me è un ossimoro: la vera solitudine, quella degli anacoreti, è tutto davvero fuorché "borghese" ma, come se non sempre spesso m'accade, potrei essere in orrore.
grazie per il tuo commento così articolato e per il tempo che dedichi a leggere e riflettere su quello che scrivo. Apprezzo sempre gli scambi che nascono dalle diverse interpretazioni, e la tua menzione a "L'indiano" di Moravia mi ha spinta a riconsiderare i miei riferimenti con una prospettiva nuova.
L'espressione "bolla di solitudine borghese" nasce dal tentativo di descrivere una specifica condizione urbana contemporanea: non la solitudine radicale e spirituale degli anacoreti, ma una solitudine diffusa che si manifesta proprio in un contesto di comodità materiale e reti di contatti, in cui però mancano legami autentici e profondi. Forse il termine "borghese" può suonare impreciso o sovraccarico, e accetto il tuo suggerimento implicito di riflettere su come esprimere queste idee in modo più fluido e diretto.
Per quanto riguarda il linguaggio, cerco spesso di intrecciare stili e riferimenti per creare un dialogo tra diverse influenze culturali. Tuttavia, capisco che questo approccio possa risultare spiazzante e, in alcuni casi, frammentario. È un aspetto che voglio affinare, per mantenere il mio stile accessibile pur preservando la complessità delle idee.
Grazie ancora per le tue osservazioni. Il confronto con lettori come te è sempre prezioso per crescere e migliorare. Spero continuerai a leggere e a condividere il tuo punto di vista, anche quando (anzi, soprattutto quando!) non siamo del tutto d'accordo.
Grande maestro zen! Le dimensioni di una comunità hanno un impatto, ma più che il numero di persone sono le dinamiche che si innescano tra di loro a fare la differenza.
Mi hai riportato a Cadice, dove ho vissuto per qualche mese tra ottobre 2016 e febbraio 2017. Leggendo quelle poche righe mi hai riacceso ricordi e sensazioni, grazie! Sulla comune sono un po' così... non penso sia la scelta giusta per me, ma come sempre... non si sa mai 😄
“Tutte le città dove soffia il vento sono piene di matti” (parafrasando Gabriel Garcia Marquez).
A Cadice non ci sono mai stata, ma mi piacerebbe andarci per imbarcarmi per le Canarie. Tarifa l’ho visitata di recente, lo scorso maggio, prima di attraversare lo stretto per andare in Marocco. Carina, piccolina, quel giorno per nulla ventosa 😊
Cadice, a mio ricordo, ha anche un bellissimo Carnevale, con i carri pieni di gente e musica che girano per la città tra la folla con in mano un bicchiere di manzanilla.
Un posto dove tornare :)
Ho un ricordo di Cadiz anche se ero stata lì pochi giorni come una delle città più "inaspettatamente" belle mai viste.
Anche io non pensavo ☺️
Io, più o meno nel Paleozoico,ho passato del tempo in due comunità Hare Krishna in Ecuador nella selva, e in Colombia vicino alla costa del Caribe.
Non c'erano intenti di conversione, ma molta condivisione attraverso il lavoro e la convivenza.
Non mi era dispiaciuto.
Alcune cose mi erano piaciute tanto, anzi, ad esempio il non toccare o vedere banconote per molte settimane, la tranquillità della Selva, trovarmi ad apprezzare tantissimo sfrondare un sentiero lungo un fiume con un machete, da sola, cantando per tenere compagnia a me stessa. Detto questo, non so se vivrei così su lungo periodo... perché mi sa che sono troppo gatta, e troppo urbana.
Non ho mai fatto questo tipo di esperienza in Europa però, magari sarebbe meno estrema e più vivibile alla lunga. Chi lo sa.
Tu ci staresti sul lungo periodo?
Io a volte penso che dovrei tornare in quelle due comunità con l'età e la consapevolezza che ho adesso — all'epoca avevo meno di 30 anni — penso sarebbe molto diverso, sicuramente un altro modo di scandagliare cosa ho dentro :)
Nella specifica comune di Alimonte non ci starei, l'ho trovata un po' troppo hardcore dal punto di vista climatico, le tende in cui dormi ti espongono a un'escursione termica eccessiva e sono in un fase della vita in cui ho bisogno di una doccia privata. Però mi piacerebbe sperimentare soluzioni simili in altri contesti, credo possa essere un'esperienza intensa ma appagante, motivo per cui intanto mi segno i posti che hai citato, chissà magari un giorno ci si incontrerà lì :D
Nel caso dimmi che prima ho provato a trovarli su Google per vedere se sono ancora in piedi e sì. Nel caso mi chiedi 💙
Grazie, bello. Come si sta a Cadice in inverno? è una meta a cui sto pensando per febbraio. Sono andata a vedere la comune... Interessante, hai voglia di condividere qualcosa in più? Che luogo è, come si sta, quanti sono ... camera comoda 😉
A Cadice in inverno secondo me si sta benissimo, il sole è caldo e l'aria è fresca. D'estate credo sia invivibile, scambiando qualche chiacchiera da bar, le persone che vivono lì mi hanno confermato che sfiorare i 50 gradi è diventata la normalità e il caldo è paralizzante, senza contare l'orda di turisti estivi. È bella vivace anche in inverno, ma vivibile.
Per quanto riguarda la comune, qualsiasi idea io mi sia fatta che provo a condividere è viziata dal particolare momento in cui l'ho visitata, e dal mio ruolo di passaggio, che è ben diverso da quello di chi si stabilisce lì.
L'impressione di essere a un festival che ho avuto nei giorni delle celebrazioni di fine anno è stata decisamente pervasiva: di fatto ero a un festival, con workshop, dj set, seminari sulle piante che curano, molte persone in visita, area piena di veicoli parcheggiati di persone che stavano transitando lì. Mi ha colpito vedere accostati i mezzi più improbabili: camper dell'anteguerra, biciclette super tecnologiche di persone che percorrono migliaia di chilometri su due ruote, addirittura c'era una Tesla.
Com'è la vita lì quando non ci sono eventi l'ho potuto inferire solo dai racconti di chi si è effettivamente stabilito, quindi sta lì da più di sei mesi. Non deve essere una vita semplice: vivono in tende di livello più o meno alto, quindi sono molto esposti ad escursione termica. Non ci sono quindi vere e proprio camere, e i bagni sono a compostaggio: si utilizzano materiali organici, come letame, segatura, trucioli di legno, foglie secche o altri materiali ricchi di carbonio, per assorbire gli escrementi umani e favorire il processo di compostaggio. Non per tutti, anche se devo dire che questo sistema riduce drasticamente gli odori rispetto ad altre tipologie di bagno all'aperto e prevengono la proliferazione di mosche o batteri patogeni, quindi sono comunque igienici.
D'estate è un caldo infernale, ma d'inverno è freddo, il sole sorge tardi, resta basso e ci si scalda poco. Bello ritrovarsi attorno al fuoco al tramonto, ma non è per tutti tutti i giorni.
Il cibo è elementare ma buono, ma per chi è ospite drammaticamente caro - i volontari lavorano in cambio di vitto e alloggio.
In breve, è stato interessante ma quel contesto specifico per me non sarebbe sostenibile su lunghi periodi.
Grazie moltissimo della risposta esaustiva... Ti ho fatto perdere un po' di tempo 🙂 Da quanto descrivi, non fa nemmeno per me, invece Cadice mi attrae molto, certamente in inverno e primavera, in estate sto pensando alla Groenlandia 😅
È un piacere, grazie a te della domanda! H A I D E T T O G R O E N L A N D I A ? ! Wow, non vedo l'ora di leggerti :) (sia che vada in porto che no)
Cadice e dintorni sono luoghi bellissimi, grazie per il tuo racconto, non mi ci vedrei, ma forse gli anni di ostello sono qualcosa di simile ahahhaha
In un certo senso sì, me lo sono chiesta anche io, ma le due differenze, per le persone solitarie insormontabili differenze, sono che c’è molta più costanza nelle relazioni che instauri e che ci sono responsabilità condivise, non è quella fugace comunione di indipendenza che scalda l’atmosfera negli ostelli. Ma un po’ il mood è quello per ragioni di valori in cui si crede 🫶
(Mi è partito il ditino sulla prima risposta, non volevo dire che è inaccettabile, lo specifico perché magari ci rimani male)
Ahahah grazie mille per la cura, succede anche a me, grazie di avermelo detto così la tua vera opinione è rispettata, ma non ti preoccupare nessuna offesa <3
Io ti leggo con sincero interesse ma qui ho avuto come l'impressione di rileggere "L'indiano" dei Racconti Romani di Moravia. Io sono vecchio e molto limitato e non trovo fluida la lettura di un italiano spurio infarcito di termini "esotici" (posso dire cosi?). "Bolla di solitudine borghese" per me è un ossimoro: la vera solitudine, quella degli anacoreti, è tutto davvero fuorché "borghese" ma, come se non sempre spesso m'accade, potrei essere in orrore.
Caro Andrea,
grazie per il tuo commento così articolato e per il tempo che dedichi a leggere e riflettere su quello che scrivo. Apprezzo sempre gli scambi che nascono dalle diverse interpretazioni, e la tua menzione a "L'indiano" di Moravia mi ha spinta a riconsiderare i miei riferimenti con una prospettiva nuova.
L'espressione "bolla di solitudine borghese" nasce dal tentativo di descrivere una specifica condizione urbana contemporanea: non la solitudine radicale e spirituale degli anacoreti, ma una solitudine diffusa che si manifesta proprio in un contesto di comodità materiale e reti di contatti, in cui però mancano legami autentici e profondi. Forse il termine "borghese" può suonare impreciso o sovraccarico, e accetto il tuo suggerimento implicito di riflettere su come esprimere queste idee in modo più fluido e diretto.
Per quanto riguarda il linguaggio, cerco spesso di intrecciare stili e riferimenti per creare un dialogo tra diverse influenze culturali. Tuttavia, capisco che questo approccio possa risultare spiazzante e, in alcuni casi, frammentario. È un aspetto che voglio affinare, per mantenere il mio stile accessibile pur preservando la complessità delle idee.
Grazie ancora per le tue osservazioni. Il confronto con lettori come te è sempre prezioso per crescere e migliorare. Spero continuerai a leggere e a condividere il tuo punto di vista, anche quando (anzi, soprattutto quando!) non siamo del tutto d'accordo.
Un caro saluto,
Daria
grazie, Daria